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Introduzione di Padre Mario Durando al libro “Pellegrinaggio d’Autore”

Pellegrinaggio d’autore

Un lenzuolo funebre.

Un Uomo che non c’è più, buono, con la fama di predicatore, di profeta, di operatore di miracoli.

Donne che accanto al sepolcro vuoto tengono gli occhi a terra e, impaurite, cercano di comprendere la sparizione di quel corpo venerato.

Due discepoli che vedono e credono.

Non vedono più il Cristo.

Vedono solo dei teli e un sudario.

Vedono e credono.

Difficile pensare che i discepoli non si siano impadroniti di quei pochi ricordi per conservarli.

Facile supporre che queste “reliquie” siano state nascoste, in quanto oggetti venuti a contatto con un cadavere.

La Sindone conservata a Torino è proprio quel telo funebre?

Dalle nebbie di una storia bimillenaria appaiono tracce che possono essere legate da un unico filo di racconto sulla possibile conservazione, devozione, trasferimento.

Spesso tracce pubbliche, con dipinti, immagini, racconti.

Ma una traccia mi affascina in modo particolare: la venerazione continua nei secoli e svelata dai resti di semplici fiori, deposti come omaggio sopra questa misteriosa immagine di Gesù.

Il racconto di Franca Giusti è idealmente un nuovo fiore deposto sulla Sindone.

Con tanti petali che si possono osservare: la devozione, le tracce di percorsi nelle Valli di Lanzo, la vita difficile dei montanari, le guerre e le traversie di una Casa regnante, i vari modelli iconografici, il profumo della semplicità di vita nelle vallate, i ruderi di antiche costruzioni, i dipinti nascosti, gli affreschi restaurati e quelli a rischio sopravvivenza, l’amore per paesaggi e luoghi incantevoli, la tradizione che riesce a tramandare ricordi e fede.

Un “diario di viaggio” da leggere e conservare con cura: grazie per quanto anche noi scopriamo attraverso questo itinerario!

Fra Mario Durando